Alessandra Costante risponde alle calunnie su Inps-Inpgi

29/08/2015

Cari colleghi,

attraverso la mailing list di Senza Bavaglio, Massimo Alberizzi sostiene che io difenda la riforma dell’Inpgi per bieco interesse personale. Il suo assunto: siccome sono in segreteria della Fnsi e siccome lì’Inpgi finanzia con 2 milioni di euro il sindacato, se l’Inpgi dovesse essere assorbito dall’Inps io perderei il gettone di presenza (scrive Alberizzi: “In questo caso Alessandra Costante perderebbe il gettone di presenza che le viene assegnato a ogni riunione cui partecipa, perché membro della segretaria della FNSI”).
Sbagliato, caro Alberizzi. Io sostengo la riforma dell’Inpgi perché penso che anche i giornalisti che sono al lavoro oggi abbiano diritto a fine carriere ad avere una buona pensione: anche dopo la riforma, nonostante il taglio della rivalutazione, l’assegno dell’Inpgi sarà superiore di circa il 20% rispetto a quello erogato ipoteticamente dall’Inps. Chiaro: ai colleghi pensionati, forti dei loro diritti acquisiti, questo non interessa. Per loro, anzi, il passaggio all’Inps sarebbe garanzia di tutela degli stessi diritti acquisiti. Anzi: con l’Inps non dovrebbero pagare neppure il contributo (di pochi euro al mese) di solidarietà che invece ha previsto la riforma dell’Inpgi. Insomma, passata la festa gabbato lo santo….
E veniamo alla questione dei gettoni di presenza. Faresti meglio ad informarti e a verificare le notizie prima di divulgarle perché, vedi, io non prendo alcun gettone di presenza. E questo è facilmente verificabile. Da quando sono segretario della Ligure e poi componente della giunta e della segreteria ho avuto solo il rimborso delle spese sostenute per i viaggi tra Genova e Roma. Tutto, ripeto, facilmente documentabile.
Al congresso ho difeso l’istituzione del gettone di presenza perché nessuno può arrogarsi il diritto di fare i conti in tasca agli altri, neppure tu. Il gettone di presenza serve ai free lance e ai colleghi che anche se contrattualizzati hanno uno stipendio molto, ma molto inferiore alla pensione di moltissimi colleghi in quiescenza.
Dimenticavo: continuo ovviamente a lavorare e, come prima di fare sindacato, continuo ad essere un redattore ordinario. Di norma non mi piace regolare le faccende tra colleghi attraverso gli avvocati, ma quando si tratta di calunnia….

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