I giornalisti non discriminano tra giusto e ingiusto, non sono giudici. I giornalisti raccontano di fatti, ma anche di progetti che ancora non sono fatti.
E se non lo facessero non si sarebbero consumate tonnellate di carta per dare conto di progetti che promettevano strade, binari, stazioni, trafori, gronde e perfino ospedali. Non in un altrove indefinito, ma qui, in Liguria. Non sono i giornalisti a giocare con promesse che integrano incubi. E per i turisti è spesso un incubo raggiungere le coste liguri, tra le più belle del mondo. Il sindaco di Genova Bucci non ha però esitato a tacciare di “terrorismo” un lavoro di inchiesta giornalistica del collega Andrea Moizo circa l’impatto di alcune idee progettuali relative alle aree portuali di Pra’ che la struttura commissariale per la ricostruzione del viadotto Polcevera, guidata dallo stesso Bucci, ha presentato all’Autorità portuale.
I terroristi, sindaco Bucci, non si firmano con nome e cognome. Non si danno la pena di ricercare e documentare progetti che ora sono sulla carta ma domani possono avere impatti diversi sulla qualità della vita di migliaia di cittadini.
I giornalisti devono assolvere ad un unico dovere: informare. Se il contenuto della loro informazione fa paura, scuote l’opinione pubblica è compito degli amministratori rendere trasparenti i processi decisionali. La strada dell’intimidazione – “informazione terroristica”, ha sibilato il sindaco Bucci commentando in un’intervista al Secolo XIX il lavoro di inchiesta di un collega– non conforta i cittadini, non aggiunge qualità ad alcun progetto.
Tuttavia, l’intimidazione può risultare utile. Sarà necessario continuare ad illuminare la questione: senza paure ed omissioni, senza pregiudizi.
E’ il nostro mestiere, sindaco Bucci, lo facciamo, continueremo a farlo.
Associazione ligure dei giornalisti
Ordine dei giornalisti della Liguria