Così Verna & c. prolungano l’agonia dell’Ordine dei giornalisti

23/09/2020

Le elezioni per il rinnovo dei consigli dell’Ordine dei giornalisti sono state rinviate di un mese. Questo rinvio costa alle tasche dei giornalisti alcune decine di migliaia di euro, in quanto è stato deciso dopo che 18 consigli regionali, nel rispetto dei termini di legge, avevano già convocato le elezioni, ossia hanno spedito le lettere, prenotato le sale e quant’altro.

Il tutto per l’impuntatura del presidente del Cnog Carlo Verna  e di quelli di Lombardia e Campania, Galimberti e Lucarelli. Per impedire il voto nelle 18 regioni Verna ha richiesto un parere legale il cui costo è esorbitante.

Dopo due anni di inerzia, tutte le energie del presidente Verna sono state impegnate per determinare un primo (e speriamo ultimo) incomprensibile slittamento del voto in nome dell’emergenza sanitaria. Eppure 25milioni di italiani (lombardi e campani compresi) sono andati alle urne per il referendum. In Lombardia e Campania votano in presenza gli iscritti ad altri Ordini professionali. Oggi in Italia la pandemia è sotto controllo, ma evidentemente Verna ha la certezza, beato lui, che a novembre la situazione sarà migliore.

Sorprende poi il pervicace silenzio di Verna che non ha trovato ancora il modo di condannare il tentativo maldestro di riformare la professione per decreto, con un emendamento di 15 righe presentato da alcuni senatori della sua regione che stravolge la professione ma che contiene lo slittamento di un anno delle elezioni dei giornalisti; cosa che consentirebbe di restare in sella a lui e a un esecutivo dimezzato, privo di vicepresidente, segretario e di altri due componenti.

Il Coordinamento nazionale di #ControCorrente
 

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