L’editore è “uccel di bosco” e l’avvocato chiede il pagamento della parcella ai giornalisti, ovvero al direttore responsabile e ad un collega chiamato in causa senza aver avuto né parte né ruolo di controllo nell’articolo “costato” una querela per diffamazione. Capita anche questo nel mondo dell’on line in continua trasformazione e in quello della carta stampata in continua regressione dal punto di vista dei diritti dei lavoratori. Ci troviamo di fronte a comportamenti assurdi da parte di editori senza scrupoli, che pur avendo portato alla chiusura i loro giornali continuano ad operare nell’ombra.
La storia che vi raccontiamo oggi riguarda “Ogginotizie.it-Edizionioggi.it”, querelata da una persona che si è sentita diffamata dal quotidiano on line.
Vengono chiamati in causa il direttore responsabile ed un secondo collega che, nel corso dell’interrogatorio con il PM chiarisce di non aver alcun ruolo decisionale nella pubblicazione degli articoli. Entrambi i giornalisti vengono rinviati a giudizio. Il processo, nonostante la contrarietà dell’editore, Roberto Papaverone, si chiude con una lettera di scuse firmate dai due giornalisti.
Ora l’avvocato chiede il pagamento della parcella, ma l’editore è introvabile (e a quanto risulta non solo per l’avvocato, ma ad esempio anche per l’Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti) e il conto viene presentato ai due giornalisti coinvolti nella vicenda.
Un finale paradigmatico di quello che sta accadendo nel mondo dell’informazione. La crisi, ma in più di un caso la mala gestione di chi si improvvisa editore per guadagnare dai contributi pubblici come anche dalla pubblicità istituzionale e legale, fa saltare le Testate, ma le cause per diffamazione e le parcelle degli avvocati restano in piedi.
Alessandra Costante
Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti