Arriva il presidente del Consiglio nel cantiere che sta ultimando il nuovo ponte della Valpolcevera. Una piccola folla di tecnici e operai, autorità e chissà chi altri circonda Giuseppe Conte.
Sono tutti vicini, vicini. Più distanti, solo i giornalisti. Imbrigliati tra un terrapieno e una transenna. Vicini, vicini, loro malgrado. Conte si intravede per pochi istanti. Qualcuno prova a porgere, urlando, una domanda. Il premier tira dritto, forse non ha sentito, forse… I colleghi della stampa estera non hanno alcuna necessità di filtrare eventuali tracce audio: hanno da tempo abbandonato il luogo della cerimonia.
Ci vuole più rispetto per il lavoro di chi ha il dovere di informare l’opinione pubblica. Siamo consapevoli che in questa stagione non sia possibile azzerare il rischio, ma dubitiamo che confinare tanti colleghi in un angusto recinto sia il modo migliore per consentire loro di raccontare un evento che si vorrebbe simbolo della ripartenza di un territorio più volte ferito e talora vilipeso. Si rischia la salute e non si rende un buon servizio ai cittadini.
Associazione ligure dei giornalisti